Le sfide dell’economia digitale
“Data is the new fuel, the new money” (The Economist, 2017) e, in effetti, la rivoluzione digitale è la grande trasformazione economica che stiamo vivendo, con impatti planetari sulla produttività e la distribuzione del reddito, sulla tassazione delle imprese, sulla concorrenza e sull’occupazione. Come osserva Stefano Fantacone, guest editor di questo numero, la rivoluzione digitale pone cambiamenti profondi sia nella domanda che nell’offerta. Permettendo di confrontare i prezzi di ogni singolo bene “le piattaforme digitali hanno avvicinato come non mai il sistema economico alla configurazione ideale del banditore walrasiano”. D’altro canto, come ricorda Andrea Pezzoli, chi gestisce le piattaforme digitali crea “un baratto, in cui il consumatore offre come mezzo di scambio i propri dati”, il cui esito sembra a tutto vantaggio dei gestori. “I Big Data e i ‘mercati senza prezzo’ sollevano questioni che si trovano a metà tra antitrust e tutela della privacy … per una politica antitrust efficace diviene sempre più necessario l’aiuto della strumentazione propria della tutela del consumatore e della protezione dei dati e di un welfare ‘amico’ della concorrenza”. Giuseppe Cinquegrana analizza il legame fra i cali di produttività del lavoro negli ultimi vent’anni e i problemi di misurazione nei conti nazionali dei prezzi dei beni e servizi a contenuto tecnologico. Il ritardo italiano nell’introduzione di tecnologie digitali per imprese, famiglie e le istituzioni pubbliche pesa sulla produttività del Paese. Inoltre, le stime indicano come alla crescita più recente della dotazione digitale non stia corrispondendo alcun significativo impulso sulla produttività. Di fronte alla globalizzazione, Loredana Carpentieri, Stefano Micossi e Paola Parascandolo si chiedono se la Corporate Income Tax sia ancora un modello efficiente di tassazione delle imprese. Le attività sono diventate globali, digitali e immateriali, mentre i sistemi fiscali sono rimasti quelli progettati un secolo fa. All’interno dell’Unione europea la crisi della Corporate Income Tax ha assunto dimensioni ancora più significative per la combinazione con le regole di libera circolazione dei capitali. Per limitarne i principali effetti negativi le istituzioni europee cercano da quasi un quarantennio forme di coordinamento/armonizzazione che non hanno generato i risultati sperati. Una soluzione radicale, anche se complessa, potrebbe essere la sostituzione dell’imposta sul reddito con una Cash Flow Tax. Arricchiscono il numero le rubriche di Alberto Navarra e Claudio Torcellan sugli impatti della digitalizzazione sul mercato del lavoro e sulle banche in particolare e il contributo di Martina Capuano sugli effetti di Industria 4.0.