La produttività delle imprese italiane: andamento, determinanti e proposte per un rilancio
La stagnazione della produttività accomuna la maggior parte dei paesi Ocse e appare come un tratto emergente della attuale fase del capitalismo contemporaneo. Tuttavia, il quadro italiano è ancora più preoccupante rispetto al contesto internazionale poiché il rallentamento della produttività ha origini più profonde e lontane nel tempo. Questo numero di Economia Italiana, Editors Matteo Bugamelli, Marcello Messori e Roberto Monducci, fornisce alcuni elementi interpretativi, approfondisce alcune delle cause della situazione nel nostro Paese e contribuisce al dibattito di policy.
A differenza di quanto accaduto in quasi tutti i paesi economicamente avanzati, l’insieme delle imprese italiane della manifattura e – soprattutto – dei servizi non ha saputo adattarsi, fra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta del secolo scorso, alle novità strutturali indotte dalle innovazioni nell’ICT e dalla tendenziale unificazione dei mercati internazionali.
In Italia la stagnazione della produttività e la scarsa crescita del PIL negli ultimi venticinque anni dipendono dall’inadeguato numero di imprese dinamiche cui corrisponde, sul fronte opposto, un eccesso di imprese che – soprattutto nelle dimensioni minori – risultano poco efficienti e la diffusa capacità da parte di aziende con poche prospettive di crescita a rimanere sul mercato.
I quattro saggi sul tema contenuti in questo numero offrono prime e possibili spiegazioni di questo assetto strutturale del sistema delle imprese che caratterizza l’Italia nel confronto con gli altri sistemi economicamente avanzati, contribuendo ad individuare i fattori che ostacolano lo sviluppo del sistema produttivo e le leve sulle quali agire per un pieno dispiegamento del suo potenziale di crescita. Si tratta, in particolare, di carenze organizzative e manageriali, di una scarsa propensione all’innovazione, di posizioni subordinate nelle catene internazionali del valore. Questo ‘vuoto’ riflette anche le difficoltà strutturali della nostra società: l’ambiente politico-istituzionale e burocratico accresce l’incertezza e premia i comportamenti passivi, rafforzando esternalità negative. Recuperare già nel breve termine parte del ritardo accumulato è un obiettivo difficile ma non velleitario.