Le disuguaglianze economiche – di reddito e di ricchezza – sono più alte di quanto non fossero due o tre decenni fa per la grande maggioranza dei paesi. Anche se non altrettanto può dirsi con certezza a livello globale, per effetto soprattutto della crescita del reddito medio e della caduta della povertà in paesi come la Cina e l’India. Con riferimento all’Italia le disuguaglianze “interne” nei redditi disponibili, misurate con l’indice di Gini, sono passate (dati OCSE) dal 28% circa dell’inizio degli anni’90 al 33% degli anni più recenti. Giuseppe De Arcangelis, Maurizio Franzini e Alessandro Pandimiglio, editor di questo numero, sottolineano che per comprendere le cause di questo fenomeno occorre “interrogarsi sulle caratteristiche del processo di crescita economica e il loro impatto sulle disuguaglianze. Adottando questa prospettiva non si può non fare riferimento al cambiamento tecnologico e all’affermarsi delle tecnologie digitali, da un lato, e ai processi di globalizzazione, dall’altro”.
A questi due fattori certamente si aggiungono i cambiamenti istituzionali e nelle regole del gioco che, condizionati dalla tecnologia e dalla globalizzazione, hanno notevolmente contribuito ad aggravare le disuguaglianze, indebolendo la forza contrattuale dei lavoratori e generando tolleranza rispetto all’affermarsi dei monopoli in molti mercati.
Su tutte queste tematiche molto resta da precisare e da conoscere. In questo volume di Economia Italiana vengono pubblicati lavori che possono aiutare a porsi le domande più rilevanti e che contribuiscono a migliorare la nostra capacità di rispondere ad esse. Mussida e Sciulli mettono in evidenza lo svantaggio delle regioni del Sud anche nella persistenza nello stato di povertà. Curci e Savegnago offrono una chiara esposizione delle finalità e delle problematiche derivanti dall’introduzione nel nostro paese dell’assegno unico e universale (AUU). Aprea e Raitano illustrano i problemi che sorgono a definire e misurare in modo univoco la povertà. Gravina e Vallanti affrontano l’impatto dell’automazione sull’occupazione e sulla distribuzione dei redditi. Aliprandi, Andreano, Benedetti, Pandimiglio e Piersimoni si occupano del rapporto tra crescita economica e disuguaglianza nei redditi. Nel suo intervento il Presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, sottolinea che la disuguaglianza è un fenomeno multidimensionale e ci ricorda l’importanza dei dati sia per conoscerla nelle sue molteplici caratteristiche, sia per valutare gli effetti che hanno le politiche dirette a contrastarla.